Displacements
SCIATTO


(english | italiano)

DISPLACEMENTS,sistemi di residenze istantanee. Progetto: SCIATTO produzie - Francesca Iovino, Valerio Bindi, Cecilia De Biase. Hanno collaborato: Karmen Franinovic, Bruno Iuricic, Marco Pompili.

Residenze istantanee

Residenze istantanee o residenze temporanee. Alloggi che non siano solo tappe di passaggio, ma che siano capaci di ospitare, di accogliere chi si sposta velocemente, chi transita e diviene parte del fluire metropolitano. Una corrente di spostamenti che non è semplice movimento di diporto, piuttosto un dinamismo, una pluralità di attraversamenti per i quali la sosta diviene accoglienza, interazione, condivisione, narrazione.



Piattaforme

Innanzitutto la localizzazione. La città contemporanea nella sommatoria dei suoi tessuti, nell'articolazione dei suoi flussi, nella molteplicità delle sue attività e dei suoi fruitori. Questo il terreno di azione, la piattaforma in cui inserirsi, su cui sovrapporsi, inseguendo le dinamiche di trasformazione territoriale e infrastrutturale. Un progetto che si stabilisca come meccanismo in grado di attivare usi diversificati, di sviluppare nuove socialità entro spazi quotidiani a combinazione multipla. La possibilità di costruire alterazioni spaziali, perché si tratta di sistemi architettonici sovrapposti alla città compatta, organismi residenziali che interagiscono con il tessuto urbano, assimilano le logiche di sviluppo e di movimento. Sono strutture che modificano il paesaggio urbano, mentre preservano e assorbono le aree libere, le zone a programmazione assente, quei luoghi considerati bacini di irrealtà, o piuttosto ambiti accessibili a trasformazioni successive estranee a pianificazioni rimediate o incerte.

Traiettorie

La struttura urbana si configura come organismo complesso quindi: edifici e sistema dei percorsi divengono unitamente emergenze architettoniche, elementi misuratori e di classificazione dello spazio costruito. Le direttrici di concentrazione e di mutamento si stabiliscono come solchi sul territorio, come "nastri" di collegamento, e soprattutto come arterie di connessione, interrelazione, transito. Le traiettorie di traffico, gli intrecci di ogni possibile trasferimento disegnano definitivamente una struttura di continue congiunzioni e rimandi, in cui le distanze divengono links di avvicinamento piuttosto che distacchi e l'attraversamento si evidenzia come rapporto di cambiamento di luogo piuttosto che superamento di intervalli. Laddove l'intervallo non segna più un gap o un'interruzione, ma un semplice raccordo tra fermate successive. Una rete infrastrutturale che intesse sequenze di una impercettibile pianificazione del tempo, e non soltanto spazi di un trama ordinata e costruita, come suggerisce Paul Virilio nel suo articolo "The overexposed city". Tentare una progettazione per flussi dunque, inseguendo i meccanismi di scorrimento veloce e di fruizione istantanea o a tempo determinato: alloggi, strutture residenziali che si configurino come sistemi di connessione e di circolazione, scambio e movimento.

Soste

La residenza è così riparo e zona di traffico, tappa di passaggio o nodo di partenza, certamente è microcosmo singolare del tessuto costruito. Perché l'abitare si definisce come azione di movimento, rito di transizione, condizione per l'interazione. In ogni luogo, in ogni città, la possibilità di riconoscere uno spazio di riferimento nella rete dei probabili spostamenti, uno spazio che sia reale sosta: un alloggio temporaneo, domestico, capace di mutare nel transito e di trasformarsi, adattarsi, conformarsi nella permanenza. Sono abitazioni provvisorie, woongroep mai stabili o definitivi, assemblaggi di "zone private" e spazi comuni. Dwelling dispensers, moduli residenziali a costo controllato per un giorno una settimana un mese. Il letto è unità di misura, l'alloggio è una combinazione di unità-letto, lo spazio dell'abitare è somma di residenze e zone comuni. Ovvero, spazi ibridi, aree collettive identificabili e tessuto connettivo a fruizione libera. Combinazione proporzionata tra spazi e tempi di fruizione per un ambiente che sia abituale, anche nel suo uso transitorio e temporaneo.

Congegni

Nella complessità della struttura metropolitana, concentrazione di organismi compatti, di edificato che è fabbricato e rete infrastrutturale e di luoghi vuoti o mancanti o ancora residuali, emerge la potenzialità di inserire un congegno abitativo, assemblaggio di livelli interrelati e distinti. Non si tratta di organismo che definisce una singola destinazione, piuttosto di meccanismo architettonico che esige valori aggiunti, che si caratterizza nella specificità della sua disposizione sul territorio, della sua immagine urbana, ma soprattutto nella qualità dei servizi e dei valori integrati. I nuovi "stili di vita" mescolano attività, identità, tempi, relazioni: la residenza diviene struttura dinamica, "composizione orizzontale" di luoghi complessi e diversificati. Dalle case-atelier, a residenze per gruppi di singoli o di nuclei familiari, ad alloggi per chi è preferibilmente stanziale o per chi si sposta e transita per tempi limitati. Da spazi ibridi ad uso multiplo, ad aree specifiche per servizi stabili: una pluralità di destinazioni che combinano individualità e culture diverse, costruendo microcomunità temporanee e stanziali, "luoghi di frontiera", nodi di connessione intermetropolitana. Tecnologie di produzione industriale per macchine, per ponteggi ad uso portuale quali strutture portanti, organismi capaci di sostenere grandi carichi ed allo stesso tempo capaci di immediata riconoscibilità architettonica: residenze istantanee come alloggi di attraversamento, come zone di navigazione nel territorio metropolitano. Dispositivi architettonici anti-apartheid sociale per un consumo orizzontale della città, per la definizione di micronarrazioni urbane e transurbane sottratte alla scansione del tempo globale.

Francesca Iovino/SCIATTO produzie